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Il vino prodotto in azienda prende vita dall’antica uva di Troia ed è pazientemente vinificato da uve rigorosamente biologiche.
L’uva di Troia ha una storia millenaria; i suoi ceppi, la leggenda racconta, furono portati da Diomede durante lo sbarco sulle rive del Gargano. Federico II di Svevia amava degustare il corposo vino di Troia e i marchesi D’Avalois incrementarono notevolmente le coltivazioni di quest’uva. Nel 1854 erano presenti in Capitanata vasti impianti di uva di Troia, definita varietà robusta, resistente alla siccità e produttiva. Oggi è coltivata esclusivamente lungo la zona litoranea pugliese, nel nord barese e nella provincia di Bari. L’uva di Troia è anche detta Nero di Troia, Uva di Canosa, Vitigno di Barletta, Troiano, Tranese, Uva della Marina. Lungamente relegato ad un ruolo di secondo piano, ora può essere, per onore al merito, considerato il terzo gran vitigno autoctono pugliese, tenendo presente il Negroamaro e il Primitivo. Conserva, esaltandone, tutte le proprietà salutistiche di un uso moderato di un buon vino rosso: preventivo e protettivo per le malattie cardiache, l’ictus e le malattie vascolari periferiche, effetto antiossidante, effetto anti-trombotico.
Il vino ottenuto ha un carattere deciso, un colore rosso rubino intenso, un sapore speziato e di legno anche senza il passaggio in barrique, con sentori di more e liquirizia. Gioia per il palato, oblio per i sensi, il Nero di Troia ci consente un viaggio a ritroso che si perde nella notte dei tempi antichi.